La termografia a contatto, quanto ne sai a riguardo?

 

Termografia a contatto, dall’origine al processo vero e proprio.

Le origini:

Siamo negli anni ‘70. In televisione andavano I Jefferson e Happy Days. Le radio libere passavano i Doors e Pink Floyd, e l’autostop era ancora il modo più cool per girare il mondo. In quest’epoca, che più di tutte le altre è stata simbolo di libertà, nasceva la termografia a contatto; già dal significato del nome, ossia “scrivere in calore”, si deduce che è figlia di quel periodo.

 

 

 

 

 

Si tratta di uno strumento assolutamente non invasivo e totalmente sicuro in grado di rilevare i primi sintomi di un fenomeno, tanto conosciuto quanto odiato: la cellulite. Essa è un fastidioso accumulo di adipe in zone specifiche e circoscritte del corpo come le cosce, i glutei oppure i fianchi. Una caratteristica che la rende ulteriormente “antipatica” è che in fase iniziale non presenta manifestazioni evidenti. Infatti la scienza ha dimostrato che nella cellulite, le cellule adipose sono alterate secondo una progressione a stadi (dal 1° al 4° stadio). Quest’ultime sono come serbatoi di stoccaggio del corpo umano e la loro funzione è quella di contenere riserve di energia. Gli stadi della cellulite si identificano nello stato edematoso (1° – 2° stadio), nella formazione di micro noduli (3° stadio) e macro noduli (4° stadio).

Quando si tratta di cellulite entra in ballo il detto “meglio prevenire che curare”, sentito e risentito nell’arco della nostra vita ma che purtroppo non è sempre seguito. Invece, per chi punta sulla prevenzione, la termografia a contatto è la strada da seguire.

Il processo vero e proprio:

Il processo della termografia è piuttosto semplice e facile da usare: consiste nell’utilizzo di specifiche lastre a cristalli liquidi con le quali è possibile evidenziare visivamente le temperature delle zone prese in esame con diverse colorazioni. Si potranno differenziare cosi le aree “calde”, dove la circolazione sanguigna è normale e le aree “fredde”, dove la circolazione sanguigna è alterata. Il processo cellulitico è tanto più avanzato quanto più numerose ed estese sono le aree cutanee “fredde”.

 

 

 

 

 

 

Si parte dall’identificazione del primo stadio. Qui la termografia ci consente di individuare la cellulite quando ancora non è visibile o rilevabile al tatto. È da sottolineare che in questo stadio la cellulite è ancora reversibile. Tutto questo è possibile grazie anche all’incredibile precisione nella localizzazione e classificazione della termografia. Riusciamo cosi anche a fare una distinzione tra cellulite e adiposità. Una volta ottenuto ciò, si può passare alla scelta del protocollo di lavoro mirato che ci permetterà di intervenire con i trattamenti più adatti al singolo caso.

E ricorda, ciò che trascuri diventa di qualcun’altro. Tranne la cellulite!

 

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